Giovani e autonomia: le  misure per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro

28 Aprile 2023

L’insicurezza lavorativa costringe i giovani under 35 a casa con i genitori.
E’ questo il triste quadro che emerge dall’analisi dei dati Istat del Rapporto sulla coesione sociale: circa 7 milioni di giovani tra i 18 e 34 anni non riesce a trovare una strada di autonomia abitativa

Un quadro che non tende a migliorare (+ 31.000 rispetto all’anno precedente) le cui radici non dipendono da pigrizia o comportamenti di comodo, quanto all’insicurezza del posto di lavoro. Infatti, il 40% di questi giovani ha un lavoro che, per il 34%, è con contratto a termine.

Ecco quindi che la famiglia diventa un vero e proprio ammortizzatore sociale soprattutto per le giovani donne (10% contro 8,2% dei coetanei maschi) che rientrano in famiglia per difficoltà economiche.

Una condizione di instabilità simile tra le due fasce di età – 18-24 e 25-34  – che contano rispettivamente  3.864.0000 e 3.1000.000, con percentuali più alte per i maschi.

Bonus fiscali per chi assume

Per favorire l’ingresso nel mercato del lavoro dei Neet – circa 1,6 milioni di giovani che non studiano e non lavorano – il Decreto Legge 48/2023 ha introdotto bonus per alleggerire il costo del lavoro per i datori che decidono di assumere.

Si tratta di un incentivo del 60% della retribuzione a favore del datore di lavoro per le assunzioni dal 1 giugno al 31 dicembre 2023. Bonus che potrà essere cumulato anche con ai contributi previsti per l’assunzione di giovani under 36 e altri incentivi.

Non solo.

Nel 2024 sono previste nuove misure anti-povertà che includono gli Assegni di inclusione, con un esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro nel caso di assunzioni a tempo indeterminato e del 50% per contratti a termine.

L’incentivo ha durata di 12 mesi.

Chi invece decide di avviare un’attività in proprio si vedrà corrispondere un aiuto di 6 mensilità dell’assegno di inclusione nel limite di € 500 al mese.

Un disagio sociologico

Non c’è solo un danno economico da tenere in considerazione in questa condizione di emergenza lavorativa, ma anche un aspetto sociologico con cui si dovrà fare i cont nel lungo periodo.

La permanenza sotto il tetto familiare allunga il ciclo dell’adolescenza creando così figure ibride di “giovani adulti” ai quali vengono a mancare decine di anni di prove di responsabilità.

La mancanza di autonomia economica ed abitativa porta una maturazione più lenta che tende ad annichilire e prendere le distanze dagli avvenimenti della propria vita.

Un immobilismo – sociale, relazionale e culturale – da cui è difficile uscire.

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