Una donna su cinque rinuncia al lavoro dopo la nascita del primo figlio. La mancanza di servizi per l’infanzia e il divario retributivo tra uomini e donne sono solo alcuni dei problemi che ostacolano l’occupazione femminile in Italia. Nonostante un tasso di occupazione femminile in crescita, pari al 62,1%, l’Italia rimane fanalino di coda in Europa per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro
In Italia, il lavoro femminile si presenta come un panorama ricco di contraddizioni e ostacoli, dove i progressi si intrecciano con le sfide ancora da affrontare.
Un passo avanti, due indietro: il tasso di occupazione femminile è in crescita, toccando il 62,1%, un dato positivo che tuttavia ci colloca ancora fanalino di coda in Europa per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Il divario di genere: solo il 22% dei programmatori che si occupano di intelligenza artificiale è donna, un dato che evidenzia la disparità di accesso alle opportunità nelle materie STEM. E non è solo un problema italiano: a livello UE, le donne rappresentano solo il 22% di questo settore.
Il peso della famiglia: la sfida più grande resta la conciliazione tra lavoro e famiglia. Una su cinque donne rinuncia al lavoro dopo la nascita del primo figlio, spesso per la mancanza di servizi adeguati per l’infanzia. In Italia, i posti negli asili nido sono solo 350.000 per una richiesta potenziale di 1,2 milioni.
Stipendi diversi: il divario retributivo tra uomini e donne è ancora una realtà, con una differenza media di quasi 8.000 euro all’anno. L’Italia ha varato una direttiva per la parità retributiva tra generi, ma per il momento si limita a una norma sulla trasparenza.
Un passo nella giusta direzione: il governo ha stanziato 734,9 milioni di euro per implementare gli asili nido, un passo importante ma ancora insufficiente. I sindacati chiedono la realizzazione di 264.000 posti in più per garantire alle famiglie un supporto concreto.
Superare le disuguaglianze: per costruire un futuro del lavoro più equo e inclusivo, è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori sociali. Serve un’inversione di tendenza che favorisca la parità di genere nel mondo del lavoro, garantendo alle donne pari opportunità e un sostegno adeguato per la conciliazione tra famiglia e carriera.
Contrastare questo divario di genere nel mondo del lavoro è un impegno che richiede più collaborazione per contribuire alla crescita equa del nostro Paese.