A Venezia la formazione professionale a convegno.

9 Ottobre 2025

RONCARÀ (FORMA VENETO): “SENZA INVESTIMENTI IN QUESTO SETTORE IL VENETO RISCHIA DI PERDERE UN’OCCASIONE DI SVILUPPO”
L’ASSESSORE MANTOVAN: “OGNI ANNO DALLA REGIONE 100 MILIONI DI EURO. FONDAMENTALE PER LE IMPRESE E PER RECUPERARE LE PERSONE PIU’ FRAGILI”

Venezia, 7 ottobre 2025 – “Il più grande spreco al mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.” È con questa citazione che Matteo Roncarà, presidente di FORMA Veneto, ha aperto il convegno “L’Istruzione e la Formazione Professionale per il Veneto del Futuro”, svoltosi oggi nella Sala Polifunzionale di Palazzo Grandi Stazioni a Venezia, sede della Regione Veneto.

L’appuntamento, promosso da FORMA Veneto, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, accademici, economisti, parti sociali e mondo produttivo, per discutere del ruolo strategico della IeFP come motore di innovazione, sviluppo e coesione sociale per il territorio.

Ad aprire il convegno l’assessore veneto all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità Valeria Mantovan, che ha portato i saluti della Regione e ribadito la centralità delle politiche educative e formative nel futuro della Regione.

“La Regione Veneto – ha detto Mantovan- ha sempre creduto nella formazione professionale e lo ha sempre fatto concretamente investendo ogni anno oltre 100 milioni di euro. E’ chiaro che bisogna lavorare per rendere strutturali queste risorse in modo che si possa anche fare una programmazione seria. Sosteniamo seriamente queste realtà perché riteniamo che una delle sfide da affrontare sia quella di ridurre la dispersione scolastica e i numeri del Veneto sono molto positivi, siamo infatti una delle Regioni con il tasso di dispersione più basso d’Italia. Vogliamo poi dare delle risposte al mercato del lavoro che cambia con grande rapidità, formando competenze che siano al passo con i tempi. Questo sia per venire incontro alle esigenze delle nostre imprese sia per supportare i giovani nell’inserimento del mercato del lavoro”. 

L’assessore Mantovan ha poi sottolineato come l’Istruzione e la Formazione Professionale siano poi importanti non solo per il tessuto produttivo veneto ma anche per quello sociale. 

“Queste realtà sono in grado di intercettare persone considerate oggi più fragili, persone in situazioni difficili o ai margini della società. Le individuano, le attraggono e sono in grado di far emergere i loro talenti. Recuperare queste persone è una delle priorità che ci dobbiamo dare come amministratori ed è per questo che il nostro sostegno alla IeFP è così convinto”. 

A dar ragione alle parole dell’assessore Valeria Mantovan, i numeri diffusi dal Presidente di Forma Veneto Matteo Roncarà. Che sottolinea come il ruolo della IeFP vada oltre la formazione scolastica e in debba essere sostenuta proprio in quanto  vera e propria leva strategica per il futuro del Veneto.

“La IeFP  – ha detto Roncarà-  è molto più di un percorso scolastico: è un presidio educativo e sociale”, ha spiegato. “Il 90% dei nostri diplomati trova lavoro entro 18 mesi, un risultato che nessun altro canale formativo in Veneto può vantare.”

I numeri della sfida

Accanto ai punti di forza, i dati demografici e occupazionali disegnano uno scenario impegnativo. Da qui al 2040 il Veneto perderà circa 400.000 abitanti, con un calo del 30% dei giovani tra i 14 e i 18 anni già entro il 2032/33. Oggi si contano 75.000 ragazzi che non studiano né lavorano e, nei prossimi tre anni, mancheranno all’appello 300.000 lavoratori, mentre già oggi il 40% delle posizioni aperte è definito “difficile da coprire”.
A rendere più complessa la situazione è il ritardo delle imprese sul fronte dell’innovazione: oltre la metà delle PMI non utilizza tecnologie 4.0 e solo il 5,5% ha adottato sistemi di intelligenza artificiale.

“Se non investiamo nella formazione rischiamo un corto circuito tra domanda e offerta di lavoro, con conseguenze pesantissime per l’economia regionale” – ha spiegato Roncarà –. “La IeFP è uno strumento che può contribuire ad evitare questa frattura e guidare la transizione, accompagnando giovani e adulti verso le nuove competenze richieste dal mercato.”

Gli interventi e le prospettive

Un’analisi prospettica è arrivata da Mauro Frisanco, economista del lavoro ed esperto di processi di innovazione formativa. Secondo Frisanco, la formazione professionale deve smettere di considerare l’innovazione come un episodio straordinario e trasformarla invece in un percorso continuo, un vero “cammino” che accompagni costantemente studenti, imprese e territori.

Ha presentato la sua “Bussola IeFP”, una visione che colloca la formazione professionale lungo quattro traiettorie principali: come ponte verso la vita attiva e il lavoro, come diritto per tutti a una formazione buona e giusta, come percorso di crescita personale e come bene comune per la collettività. “L’innovazione non può più essere un episodio isolato, ma un cammino continuo” – ha sottolineato Frisanco –. “La IeFP deve dotarsi di una rotta chiara e degli strumenti giusti per rispondere con prontezza ai bisogni dei territori. Non si tratta solo di formare lavoratori, ma cittadini resilienti, capaci di autodeterminarsi e contribuire davvero allo sviluppo del Paese.”

Un contributo decisivo è arrivato anche da Giulio Maria Salerno, professore ordinario di Diritto pubblico all’Università di Macerata, che ha presentato il Manifesto IeFP.
“È necessario acquisire piena e diffusa consapevolezza sul valore dell’Istruzione e Formazione Professionale per il futuro dei nostri territori. E per far questo una condizione indispensabile è la conoscenza su almeno tre aspetti. Prima di tutto, cos’è la IeFP e quindi quali sono le sue caratteristiche peculiari e originali. Poi, in cosa consiste l’offerta formativa della IeFP, e quindi quali sono i risultati che la IeFP offre agli allievi. Infine, quali sono gli attori del sistema della IeFP, un sistema a rete in cui devono cooperare le istituzioni competenti, e cioè lo Stato e le Regioni, le scuole professionali, il mondo delle imprese, del lavoro e delle professioni”, ha dichiarato Salerno.

Il Manifesto invita a superare diffidenze e frammentazioni e a costruire una governance più solida e coordinata. La IeFP, ha ricordato il professore, è già un patrimonio riconosciuto, ma deve essere consolidato e promosso come servizio pubblico universale e di qualità, capace di accompagnare i giovani nei loro percorsi formativi e di rafforzare la coesione sociale dei territori.

Ad aprire la sessione, Paola Vacchina, presidente nazionale di FORMA

A seguire, la tavola rotonda “Le piste di lavoro per la IeFP” ha dato voce ai rappresentanti del mondo economico, del lavoro e della formazione: Siro Martin, Presidente Confartigianato metropolitana Venezia e membro della giunta nazionale di Confartigianato), Massimiliano Paglini (CISL Veneto), Cristiano Perale (Rete ITS Academy Veneto) e Alberto Zanatta (Confindustria Veneto Est). I lavori sono stati moderati da Gianni Favero, giornalista del Corriere del Veneto.

Le conclusioni, affidate al Direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria della Regione Veneto, Santo Romano, hanno sottolineato il valore della collaborazione istituzionale per consolidare un sistema di formazione capace di rispondere alle trasformazioni del mercato del lavoro e dell’economia regionale.

Le richieste alla politica

Il convegno si è chiuso con un appello alle istituzioni regionali e nazionali. FORMA Veneto chiede con forza che la formazione professionale abbia un sistema di finanziamento strutturale e stabile, paragonabile a quello di altri servizi essenziali. Propone inoltre di aumentare progressivamente i fondi del 20% entro tre anni, così da raggiungere almeno 120.000 euro per ciascuno dei circa 1.000 corsi attivati ogni anno, portando il Veneto più vicino ai livelli degli standard europei.

Infine, sollecita il riconoscimento pieno del quarto anno di diploma professionale come diritto per tutti gli studenti. Attraverso il diploma, la legge 121/2024 sulla filiera tecnologico-professionale permette l’accesso diretto agli ITS Academy con un modello definito “4+2” (4 anni per il conseguimento del diploma e 2 anni per il titolo rilasciato dall’Istituto Tecnologico Superiore), già avviato in via sperimentale lo scorso anno e in via di approvazione definitiva attraverso un DL che sta concludendo l’iter parlamentare con la sua definitiva approvazione.

“Investire nella formazione significa investire nella competitività del Veneto” – ha concluso Roncarà –. “Non è una spesa, ma la condizione necessaria per garantire innovazione, inclusione e sviluppo. È tempo che la politica scelga di consolidare e rafforzare un modello che funziona e che rappresenta una risorsa per tutto il territorio.”

Infine, FORMA Veneto sollecita il pieno riconoscimento del quarto anno di diploma professionale come diritto per tutti gli studenti, in linea con quanto previsto dalla legge 121/2024 sulla filiera tecnologico-professionale, che consente l’accesso diretto agli ITS Academy attraverso il modello “4+2” (quattro anni per il diploma professionale e due per il titolo ITS).

Investire nella formazione significa investire nella competitività del Veneto”, ha concluso Roncarà. Non è una spesa, ma la condizione necessaria per garantire innovazione, inclusione e sviluppo. È tempo che la politica scelga di consolidare e rafforzare un modello che funziona e che rappresenta una risorsa per tutto il territorio.”

[Comunicato Stampa]

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