Giovani e Lavoro: il post fisso non basta più

10 Febbraio 2023

Il mismatch delle competenze è un dato di fatto: solo in Veneto, entro marzo 2023 si dovrebbero raggiungere 134.000 assunzioni, ma quasi il 50% rischia di restare vacante per mancanza di figure professionali congrue.

Non è solo l’aspetto professionale a dover far riflettere, ma anche la nuova rappresentazione del lavoro per gli italiani.

Su giovani e lavoro si concentra una recente indagine realizzata dal sociologo Daniele Marini di Community Research Analysis  su un campione di 1200 persone mostra che 

  • per il 56,9% il lavoro rappresenta un percorso di crescita  in divenire
  • il 43,1% cerca un lavoro stabile

La ricerca evidenzia come attorno al lavoro tradizionale, si stiano affiancando altri elementi che assumono sempre maggior importanza, come gli impegni familiari, la professionalità e il tempo libero.

Quello che la ricerca evidenza è come le persone non si identificano più con il proprio lavoro, ma che siano alla ricerca di percorsi qualitativamente in linea con il proprio progetto di vita generale. 

Il sociologo ha così costruito una tassonomia delle concezioni del lavoro , che mette al centro il merito e ne identifica 3 tipologie:

  • Merito-solidali (52%): ritengono che tutti abbiano le stesse opportuni professionali ma spetta ad ognuno (persone e aziende) a darsi da fare per migliorare la proria carriera
  • Meritocratici tout court (34%): coloro che ritengono che i “più preparati devono essere pagati di più”
  • Egualitaristi (14%):che ritengono che si debba avere tutti lo stesso compenso indipendentemente dalla preparazione professionale. Si tratta per lo più di giovani-adulti (35-49 anni), casalinghe e svolgono un lavoro manuale

Giovani e lavoro: Cosa incide nella scelta di un posto di lavoro? 

Sicurezza del posto e salute sono al primo posto seguite da 

  • Atmosfera di lavoro piacevole
  • Buona work life balance
  • Buona reputazione dell’impresa

Risultati che confermano che, per attrarre i giovani le imprese devono intervenire su una nuova cultura aziendale più orientata al cambiamento.

Cambiamento che viene dimostrato anche nelle intenzioni degli intervistati, confermato dal fenomeno della Great Resignation, le “grandi dimissioni” che coinvolge soprattutto fasce della popolazione occupata più giovane.

  • Il 45% delle persone intervistate dichiara di avere intenzione di cambiare lavoro – tra loro il 64,3% sono giovani di età compresa ta i 18 e 34 anni

Ha desiderio di cambiare soprattutto chi fa un lavoro manuale (50%), il 33% di chi fa un lavoro da impiegato e il 36% dei lavoratori autonomi.

I motivi trainante è la retribuzione (34,8%) seguito da 

  • miglioramento della salute fisica e mentale (19,6%), 
  • maggiori opportunità di carriera (13,6%), 
  • flessibilità dell’orario di lavoro (13,1%),
  • mettere a frutto le passioni personali (12,4%).

Al centro di questa trasformazione c’è la persona, quindi: lavoro e vita si riavvicinano e per ottenere condizioni si è disposti anche ad abbandonare un posto al buio (18%).

Leggi altre news